Già, il titolo è decisamente in linea con la frustrazione di noi tutti in questi giorni di quarantena.

A 3 settimane dal suo inizio, ho compreso quanto fossero importanti le cose non necessarie: un caffè, un giro al parco, una gita in macchina, una partita di basket. Torneranno? È necessario che tornino!

Ma andiamo a caccia di letizia, pensiamo alle cose belle e facciamo conoscenza con il maestro di musica Terence Fletcher, ecco il video tratto dal consigliatissimo film Whiplash:

Vidi questo video durante una conferenza sui giovani a Reggio Emilia, non lo conoscevo e intervenni così: “Capisco che si voglia ottenere il massimo dal ragazzo, ma non vi sembra che un allenamento così duro non sia, alla lunga, controproducente? Perché dalla zona di allenamento, ove si impara in sicurezza, si passa alla zona di stress, quando nel fare le cose soffriamo e sputiamo sangue.

zona di comfort e stress

Può darsi: l’allenamento duro non è da tutti; lo scrittore Marco Della Luna, nel suo saggio Neuroschiavi, cita il caso di un certo Sergio che si arruola nella Legione Straniera e, dopo anni di allenamenti micidiali, diventa finalmente un soldato, una perfetta macchina di morte.

Ma nell’allenamento estremo c’è chi perde la vita. Ritorna in mente quella agoghè degli Spartani (per un ripasso torna sempre utile Wikipedia), ove si forgiavano uomini veri ed un esercito (quasi) invincibile.

Peccato che dopo qualche secolo gli Spartani dovettero abbandonare tale pratica, poiché il numero degli abitanti si era drasticamente ridotto. L’educazione siberiana genera cadaveri.

Ti svegli e devi cominciare da zero: “Un giorno credi” di Edoardo Bennato. Quante volte capita che il castello di carte da noi faticosamente costruito crolli, e si debba iniziare a costruirne uno nuovo. Che crollerà di nuovo. Nuovo castello. Crollo. Da capo. Crollo.

Eppure le difficoltà sono pedagogiche, talvolta, a patto di non essere davvero eccessive.

Nel mio seminario “Allenamento, Scuola, Vita” ho spesso citato il caso di Vasco Rossi, drogato da giovane e maître à penser in questi anni squinternati. Cosa è successo? Dovremmo domandarlo direttamente al Blasco, che forse risponderebbe:

Le difficoltà mi hanno forgiato, sono stato uno sciocco, sul ciglio del burrone, non sono precipitato, sono vivo, qualcosa ho capito, adesso mi godo la vita, ma non credere che io possa disconoscere quanto fatto in gioventù, poiché ho amato, ho goduto, ho vissuto al massimo.

Vasco Rossi giovane

Al proposito mi viene da pensare al Jovanotti giovincello che nel 1989 sfornava canzoni che oggi sarebbero definite sessiste, o peggio:

E qui dovrei iniziare a discutere su certi concetti importanti, ma sarebbe insostenibile, col gatto Micky che mi cammina sulla tastiera e la stanchezza da isolamento.

Ma poiché sono “cattivo” vi lascio con alcune domande alle quali vi chiedo di fornire una vostra personale risposta, nel chiuso della vostra cameretta:

  • Cos’è un giovane?
  • Giovinezza significa essere dei fannulloni viziati?
  • Qual è stata la situazione peggiore che hai vissuto nella tua vita?
allenamento, difficoltà, giovani, scuola, stress, vita

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