Perché ascolti una canzone

Articolo su un TeleSette di novembre scorso. Il giudice di Forum Bartolo Antoniolli mi dà lo spunto per demolire alcuni classici ragionamenti che gli esseri umani fanno da 3000 anni circa:

“le giovani generazioni fanno schifo”
“come era bello quando c’eravamo noi”
“come era meglio la musica che sentivamo noi”

Antoniolli mette a confronto il Lucio Battisti di “Emozioni” (guidare a fari spenti nella notte…) con il recente Calcutta di “Paracetamolo” (lo sai che la Tachipirina 500 se ne prendi 2 diventa 1000).

La ovvia conclusione del nostro giudice è che passare da un pezzo come “Emozioni” a uno come “Paracetamolo” è indice di un certo decadimento (radioattivo) della musica e dei cantanti.

Mettiamo le cose in chiaro: gente come Fabrizio De Andrè o Lucio Battisti sono artisti immortali. Come lo era Lucio Dalla e cantautori del calibro di Ivan Graziani (la cosa che ha amato di più è stata l’aria) o Pierangelo Bertoli che l’altra notte mi ha fatto godere riascoltando “Spunta la luna dal monte” (notte scura, notte senza la sera, notte impotente, notte guerriera, per altre vie, con le mani le mie, cerco le tue, cerco noi due).

Il ragionamento però dovrebbe essere decisamente più articolato di così. Facile dire che Sfera Ebbasta è inferiore a Battisti, ma come la mettiamo con tutti quegli artisti per così dire “intermedi” fra il trash e l’arte?

Il già citato Calcutta: pezzi come “Pesto” o “Paracetamolo” non saranno magari aulici come i “Pensieri e parole” di Battisti, però che posso dirti, io li ascolto e mi ispirano, mi fanno entrare in un certo mood che mi piace, parlano di amore e sono scritti con il cuore e la pancia. Musicalmente sono piacevoli.

E cosa vogliamo dire di Thegiornalisti con la loro travolgente “Felicità puttana” o i contorsionismi di “Maradona y Pelè“? Mi chiedono se queste canzoni resteranno fra 30 anni come quelle di Mogol e Battisti? La risposta è incontrovertibilmente SÌ, resteranno e saranno apprezzate per molto tempo ancora.

C’è poi una questione importante: se io nasco negli anni 80 o 90 i signori Battisti, De Andrè e Battiato hanno già composto il meglio del loro repertorio, se io sono un giovane cantautore non è che posso rimettermi a scrivere pezzi poetici alla maniera di Battisti. Posso solo inventare qualcosa di nuovo. E i cantanti giovani sopra citati lo fanno egregiamente.

Vogliamo allora dire che rimpiangiamo gli 883 di Max Pezzali perché nelle loro canzoni sono talvolta presenti dei ragionamenti interessanti e dei valori importanti come amicizia e lealtà? Ma ancora: Max Pezzali è arte o canzonette?

Domandiamoci piuttosto perché oggi di rado si ascoltino nelle canzoni i pensieri filosofici a tempo di rock di un Edoardo Bennato (un giorno credi di esser giusto e di essere un grande uomo, in un altro ti svegli e devi cominciare da zero).

Difficilmente troveremo ragionamenti complessi nelle canzoni di un Coez e men che meno nella Dark Polo Gang, ma diamine, la musica si evolve e il ragazzo nato nel 2000 ha pur sempre la possibilità di ascoltare la classica, la trap, il jazz, il pop o il rock. Di ieri e di oggi.

Se mi chiedete di esprimere un’opinione sui giovani in virtù della musica che si presume ascoltino, io vi risponderò con una sonora pernacchia.

Primo perché non mi piacciono le generalizzazioni e secondo perché generalizzare sui giovani è impossibile.

Ma posso dirvi che la musica del 2020 a me piace, e parecchio.

Ivi compresa la ventata di novità portataci dai Pinguini Tattici Nucleari.

883, battisti, calcutta, musica, pop, rock, thegiornalisti, trap

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