Una sessione di coaching è l’ideale per fare il punto della situazione e per uscire da quella che nella nostra disciplina viene chiamata “crisi di autogoverno“.
“E adesso cosa faccio?” una domanda che prima o poi capita di farsi nella vita, spesso senza avere una idea della possibile soluzione. E altrettanto spesso decidiamo di rimanere fermi, bloccati, in attesa che qualcosa magicamente succeda.
Per tutti questi motivi nel primo incontro con il coach si cerca di capire quale sia la domanda di coaching, analizzando rapidamente il presente percepito dalla persona e andando a esplorare quello che è il suo futuro desiderato.
In questa fase è come se la persona sia immersa nella nebbia, e deve capire quale direzione prendere. In questo consiste la crisi di autogoverno.
L’incontro con il coach consente di capire, insieme, quale è il presente e quale il futuro verso il quale vorremmo andare.
Solo in un secondo momento il metodo del coach prevede di analizzare le potenzialità della persona, ovvero le risorse – che spesso non si sa di possedere – che aiuteranno a raggiungere l’obiettivo desiderato.
La parola chiave di questo metodo è consapevolezza: noi possiamo “guidare” la nostra vita solo se conosciamo i nostri punti di forza e le nostre debolezze e, naturalmente, se sappiamo in quale direzione stiamo viaggiando.