Contro la Società della Svalutazione

Non deve essere stato facile crescere in un contesto svalutante

Così parlò la mia psicologa. Mi colpì molto quell’aggettivo… svalutante. Come di un’opera d’arte che viene dichiarata inferiore al suo valore reale. Come di una persona che viene valutata meno di quello che in realtà vale.

Ci ripenso nelle settimane successive, mi arrovello, capisco che è proprio vero, che viviamo in una società dove la svalutazione è la prassi comune. Che si parli di un conoscente, di un amico, di un fratello, è quasi automatico condire i dialoghi con affermazioni cariche di disprezzo. Di critiche. Di giudizi negativi.

critica e giudizio

E poco importa se molto spesso le persone che critichiamo sono quelle che io definisco Persone Specchio, ovvero individui che mostrano riflessi i nostri stessi difetti.

Scherzo spesso col mio amico Marcello che durante le partite critica l’atteggiamento in campo del cestista Pietro Aradori, salvo poi constatare che, quando giochiamo insieme a basket al campetto, lui si comporta esattamente come Aradori, risparmiandosi in difesa e realizzando difficilissimi canestri.

Pietro Aradori al tiro

Quanto ci fa arrabbiare vedere nell’altro il nostro limite…

Un conto, però, è prendersela – per esempio su Facebook – con persone famose, squadre di calcio o potenti istituzioni. Sparare ad alzo zero contro il politico di turno. Ritengo che i social siano diventati lo sfogatoio web della nostra società, il luogo in cui vomitare tutta la nostra frustrazione per essere al mondo. Non è mai un bello spettacolo leggere decine di commenti pieni di odio, ma in fondo questa può diventare una valvola di sfogo per violenti e non. Come i cirsenses dell’antica Roma.

La morte di Cesare - Camuccini

IL PETTEGOLEZZO IN ASSENZA
Ma il peggio della Società della Svalutazione nasce proprio con le persone che ci sono più vicine: i nostri familiari, i nostri amici, il nostro partner. Qui la parola d’ordine diventa “pettegolezzo“, e le chiacchiere, ça va sans dire, sono sempre negative. Sempre… o meglio nel 99% dei casi!

Il pettegolezzo, però, viene fatto in assenza dell’altro, è relativamente innocuo, per alcuni un passatempo, ma salendo di qualità arriviamo alle critiche e alle svalutazioni fatte… dal vivo.

IL MASSACRO IN PRESENZA
Il gioco è semplice: si tratta di evidenziare quello che non va nell’altro. Cosa gli manca. Cosa potrebbe fare meglio. I suoi difetti, I suoi errori. Senza essere mai soddisfatti.

E – badate bene – il più delle volte questo avviene in modo quasi giocoso, magari mentre si passeggia per strada o durante una cena. Mentre si svaluta l’altro, si sorride. Ed è il sorriso del tuo nemico.

Tutti di natura siamo pronti più a biasimare gli errori che a laudar le cose bene fatte.

Baldesar Castiglione

Il film Perfetti sconosciuti illustra perfettamente quello di cui stiamo parlando. Da vedere e rivedere.

Perfetti sconosciuti

I motivi per cui ci si comporta così sono numerosi, e li hanno elencati molto bene gli psicologi (leggi qui).

Noi citiamo: il cercare approvazione o ammirazione, una certa volontà di mettersi in mostra, il bisogno di scaricare le frustrazioni di una giornata o di una vita, l’aggressività, l’invidia, un malinteso modo di essere amico o genitore.

Aggiungo io: così fan tutti, nella Società della Svalutazione. Non c’è niente di male a criticarsi, e poi chi sei tu per essere migliore di noi?

Vediamo qualche esempio:

La mia storia va avanti.
Sì, ma il tuo partner è uno sfaticato.

Ho trovato un nuovo lavoro.
Vero, ma quello di prima ti dava più sicurezza.

Ho iniziato la dieta.
Mmm, non credo che riuscirai a portarla a termine.

C’è sempre un senso di sfiducia.
C’è sempre qualcosa che può essere fatto meglio.
Non c’è mai un elogio, una parola bella, per quello che funziona.

I risultati di questo atteggiamento sono di trasformare le nostre relazioni in una guerra continua. Che spesso provoca ferite e sofferenze. Ma soprattutto la svalutazione indebolisce l’altro, lo rende meno certo delle proprie capacità e mille altri effetti collaterali. La svalutazione inibisce l’azione perché ammazza la fiducia.

Sono rimasto molto stupito, pur non essendo un grande credente, dal fatto che Papa Francesco abbia più volte stigmatizzato l’atteggiamento di chi fa pettegolezzo, di chi alimenta la maldicenza, come possiamo ben ascoltare in questo video (e anche qui).

Ma come? Sei la guida della cristianità e imposti più di una omelia su un piccolo tema come quello del pettegolezzo?

Poi ci ho ripensato, e ho capito che Francesco ha ragione. Chi usa la maldicenza uccide il fratello, almeno in senso metaforico.

Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo prossimo, e non ti accorgi della trave che c’è nel tuo?

Così recita il Vangelo di Luca. E nello stesso passo così continua Gesù, con parole ancora più rilevanti seppur meno note:

Come puoi dire al tuo fratello: “Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, e tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.”

Gesù, un grandissimo coach dell’anima! Distogli l’attenzione dai difetti degli altri, e inizia a pensare ai tuoi. Anni dopo, col tuo esempio, sarà più facile guidare gli altri, perché avrai anche imparato la virtù dell’umiltà.

il buon Pastore

Sfortunatamente, la lezione di Gesù attende ancora di essere assimilata dall’umanità. Siamo ancora quegli stessi Giudei di 2000 anni fa. Con gli stessi difetti che il Nazareno cercò di correggere, senza fare il miracolo.

Qualcuno pensa di salvare il mondo attraverso travolgenti scoperte scientifiche, quando la tecnologia è solo uno strumento in più a nostra disposizione, come l’aratro.

La Rivoluzione avrà invece luogo dentro ciascuno di noi, per esempio iniziando ad indossare gli occhiali rosa che vedono negli altri pregi e talenti, prima di ogni altra cosa.

occhiali rosa

Dalla stima reciproca, una volta deposta la lingua biforcuta, nasce la fiducia, e chi sente la fiducia sarà più portato a tentare, ad agire, a realizzare. Senza sentire dietro il fiato dell’altro che aspetta il tuo primo errore per fartelo notare.

Perché il bastone della critica a volte ti serve per migliorare, ma se si usa soltanto il bastone se ne esce distrutti, senza più la voglia di provare.

E qui – come ci insegna nel video Will Smith – un’abilità fondamentale per sopravvivere nella Società della Svalutazione consiste nell’imparare a farsi rispettare, perché è bello essere buoni, ma deboli no.

Come reagirai la prossima volta che qualcuno ti dirà che non sei capace, che hai sbagliato, che fai schifo?

Epperò anche la critica diventa preziosa, a patto che sia costruttiva.

Come ha scritto un grande pensatore come Neale Donald Walsch:

Di’ la tua verità non appena la sai. Ma dilla delicatamente, gentilmente, e con compassione verso chi la ascolta.

Tradotto: posso anche dirti che sei un fesso, ma lo faccio con delicatezza. Che fa tutta la differenza del mondo.

coppia al bar

E si può criticare e correggere l’altro, ma in modo mirabile come ci suggerisce dal 17esimo secolo il filosofo giapponese Yamamoto Tsunetomo (citato nell’eccellente microsito Smetti di criticare):

Prima di esprimere una critica si deve essere certi che la persona sia disposta ad accettarla, ed è necessario esserle diventati amici ed essersi comportati in un modo tale da ottenere la sua piena fiducia. Poi è necessario il tatto: bisogna scegliere il momento opportuno ed il modo appropriato per formulare la critica, magari dopo un incontro particolarmente piacevole, parlando prima dei propri difetti per condurre l’interlocutore a comprendere, senza sprecare più parole del necessario.

La critica costruttiva è una operazione delicata.

E – aggiungiamo noi – tante volte si può incontrare un familiare o un amico senza necessariamente criticarlo. Parlando del più e del meno e magari facendogli anche qualche complimento. Chissà perché, le persone preferiscono i complimenti alle critiche, e questo le fa stare meglio e le rende meglio disposte verso di te.

Chi ha orecchie per intendere, intenda.

3 gatti insieme

Siamo così giunti alla fine dell’articolo e anche a un passo cruciale per la storia dell’umanità: restare miseri lupi che si combattono fra di loro senza posa, o aggiungere a tutte le nostre relazioni l’ingrediente della bontà.

Possiamo indossare gli occhiali rosa in questo benedetto momento.

E iniziare la Rivoluzione.

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1 Commento. Nuovo commento

  • Complimenti veramente !!!! Articolo davvero strepitoso…sono senza parole! Ho la netta sensazione che tu sia nel flusso giusto…tu non ci crederai ma sto lavorando su questo problema da giorni!!! Cosa vi è a monte in tutto questo? Il VALORE che NOI ci diamo…ebbene sì! siamo nella continua attesa che gli altri ce ne diano ed invece lo dobbiamo ricercare nel nostro profondo! Le critiche … i giudizi…ci feriranno fino a quando non troveremo il nostro Valore! E come dici tu.. gli altri ci fanno da Specchio sempre… attraverso l’osservazione minuziosa di ciò che proviamo davanti a tali provocazioni, vi è l’opportunità per ognuno di noi, di andare ancora più a fondo e magari di trovare il coraggio di fare riemergere le nostre ferite più profonde… accoglierle come parte di noi e accettarle tanto da cominciare a vivere questi episodi nostri alleati per aumentare sempre più la nostra forza interiore! E magari riuscire anche ad inviare di rimando, a queste persone, energia positiva anziché negativa! Più creeremo uno spazio pulito e luminoso al nostro interno e più sarà difficile fare entrare il negativo degli altri! Raggiungeremo la compassione per questi esseri così ancora poco evoluti…ma infondo ognuno ha i suoi tempi per raggiungere consapevolezza è una ampia visione di se stesso! Critiche e giudizi mi stanno provocando da una vita … negli ultimi giorni più che mai ( al lavoro e in famiglia ) ma qs volta li affronto a testa alta e con determinazione spingo sul mio tan tien e come per magia la mia forza interiore è aumentata e la ferita quasi rimarginata! Grazie Francesco per le tue parole illuminanti … la tua mente è aperta .. e presto lo sarà anche il tuo cuore ne sono certa! Grazie grazie di cuore coach dei giovani! E chissà che un giorno non si riesca a collaborare grazie ai nostri talenti! Perché NOI VALIAMO .. e non poco! Ciao a presto ?

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