Socrate a Bologna – un dialogo per capire cosa è il coaching

Alla scoperta del significato del coaching in compagnia del Coach dei Giovani e di un discepolo d’eccezione: il filosofo greco Socrate!

Sessione Søcrate

Socrate a Bologna

Dove sono? Sembra la domanda di un folle, o di un ubriaco.
Lo riconosco, ieri notte ero al simposio offerto dal buon Agatone, impreziosito dalla presenza di Dioniso, dove per tutto il tempo si parlò di Eros, e quei discorsi furono degni della celebrazione del Dio.
Ma ecco che adesso intorno a me sento rumori mai prima sentiti, osservo carri che si muovono veloci senza la spinta di cavalli, e vedo gente che fissa buffe tavolette metalliche tenute nella mano.

Dove sono? Dove è finito Socrate, figlio di Sofronisco, del demo di Alopece?
Se questo è un sogno, mai ne ebbi uno così reale.”

Ma ecco un giovine avvicinarsi a Socrate, e l’uomo saggio ben conosce il momento in cui deve chiedere aiuto.

“Ehi, amico, mi potresti dire dove mi trovo?”

“Questo è il centro di Bologna e… ma per caso hai bevuto?”

“Veramente… sì! Ciononostante non mi ero mai trovato in una situazione simile, in un sogno così reale. Comunque io mi chiamo Socrate, figlio di Sofronisco, la mia casa è Atene e certamente non questo paese che tu chiami Bologna.”

A volte le coincidenze fanno sì che il destino ci parli, e anche questa volta stava succedendo così. Ero di ritorno dalla mia ultima lezione del corso di coaching, sempre pieno di entusiasmo per quella che sarebbe diventata col tempo la mia professione, e chi ti trovo per la strada? Un anziano in difficoltà, che afferma di essere nientemeno che Socrate, uno dei padri spirituali del coaching.

Ecco, forse quando si parla di accoglienza nel coaching non ci si riferisce propriamente ad aiutare qualcuno che si è perso per strada, ma può un buon coach essere tale solo quando è in sessione ed essere altro da sé quando non lavora?

Questo Socrate ha bisogno del mio aiuto, ed io aiuterò Socrate.

 

DIALOGO AL BAR

busto di Socrate

“Devo ringraziarti, amico, poiché tutta l’acqua che mi facesti bere mi ha restituito la lucidità perduta: ora so per certo di trovarmi in un sogno. Ma poiché anche i sogni fanno parte della nostra vita, desidero che anche questo porti a me quella cosa che reputo la più importante di tutte, e cioè la conoscenza del Bene.”

“Anche se, beninteso, tu sai di non sapere!”

“Amico, la mia fama è evidentemente viva anche in questo luogo che tu chiami Bologna, così lontano
– immagino – dalla mia Atene! Strano, poiché non lasciai mai alcun testo scritto! Ma dimmi, prima mentre ristoravo il mio corpo accennavi a un certo metodo chiamato coaching, se ho ben inteso le tue parole, e aggiungesti che io, Socrate, ne sarei uno degli ispiratori. Sono un filosofo e quindi una persona molto curiosa. Che cosa intendi tu per coaching?”

“Proverò a dirlo usando parole mie. Per coaching intendo un percorso di consapevolezza mirato a far emergere le potenzialità del coachee (diciamo una sorta di discepolo), per favorire il suo cambiamento personale.

Tale cambiamento avviene attraverso un incessante dialogo fra coach e coachee, dove però a parlare è soprattutto il discepolo, e non il maestro. Questo perché è più efficace che sia il discepolo ad apprendere da sé strategie ed azioni da compiere, piuttosto che queste gli vengano imposte dal maestro. E credimi, Socrate, quando questo dialogo è bene impostato, i benefici per il discepolo possono essere sorprendenti.

È a te, del resto, che dobbiamo l’invenzione della maieutica, l’arte di partorire la Verità.”

“Confesso di faticare alquanto a mettere in discussione le tue parole, che così soavemente mi blandiscono. Protesto solo su una cosa, e cioè che all’uomo sapiente, al filosofo, tocchi sempre fare sogni serissimi come questo, che mi parlano unicamente di cose sagge. Non ricordo quando è stata l’ultima volta che ho sognato di idee leggere, di spazi aperti, di banchetti o di belle ragazze.
Ma forse questo è il destino di colui che cerca la Verità e pratica il Bene. Non gli è mai concessa una deroga, seppur piccola. Il maestro è l’esempio vivente, e il suo discepolo questo esempio pretende da lui, in ogni momento.”

“Socrate, mi pare di leggere nelle tue parole una sorta di turbamento…”

“Un turbamento… un pensiero… però…”

“…”

“Però… no, mi scuserai ma stavo pensando a fatti miei, personali, mentre qui stiamo parlando di coaching, maieutica e Verità, quindi credo sia meglio tornare a discutere di questi importanti temi, gli unici degni della ricerca del filosofo…”

“Quindi, se ho capito bene, Socrate non può parlare, in pubblico, di questioni personali, ma soltanto di grandi concetti filosofici…”

“Esattamente! Cosa penseresti di Socrate se lui si mettesse a parlare dei suoi problemi domestici, come del suo rapporto con la moglie Santippe?”

“E tu, cosa penseresti di un Socrate che si comportasse così?”

“Di solito sono io, che faccio le domande!”

“Tu stesso affermi di essere in un sogno. E allora perché non concederti il lusso di poter dire qui quello che ti passa per la testa, senza il timore del giudizio? Tanto siamo soli io e te, nessun altro ci ascolta, né io racconterò a qualche Ateniese quanto tu mi dirai.”

“Anche questo è coaching, quindi. La possibilità di uscire da sé, di sperimentarsi in modalità nuove, forse.”

“E magari, con un po’ di tempo, potere acquisire una maggiore consapevolezza di sé. Non sta a me ricordarti l’importanza del dialogo, del trovare qualcuno che ti ascolti, senza giudizi e pregiudizi.”

“Ora che mi ci fai pensare… ho passato una vita a indagare certi segreti, quelli della Natura quando ero poco più che un ragazzo, e in seguito ho cercato di capire cosa fosse il Bene, cosa fosse l’anima e se questa fosse immortale. E sì, io so di non sapere, nel senso che è a partire da un contenitore vuoto, neutro, che noi possiamo riempirlo di saggezza. E nel cercare questo ho sempre cercato, quasi ossessivamente, di conoscere me stesso, e cioè l’uomo Socrate, ma al fine di conoscere più in generale il concetto stesso di Uomo.

Per Asclepio! Forse ho dimenticato qualcosa!”

“Se ti va, me lo puoi raccontare.”

“Mi riferisco al rapporto che ho con Santippe, mia moglie. Lei ha passato questi ultimi anni a badare alla casa e ai miei figli. È sempre stata alquanto affettuosa con me, come quella volta che, durante un litigio, mi tirò addosso un secchio d’acqua. Fu lì che il tuono di Santippe si trasformò in pioggia. Passai diverse ore nel tentativo di asciugare la mia tunica. Sai, a breve avrei dovuto sostenere una discussione nell’agorà, contro persone che mi odiavano, ma il peggio era già passato.”

“Perché avevate litigato?”

“Santippe sosteneva che io la trascurassi a favore dei miei discepoli. Trascorro infatti la maggior parte della mia giornata a passeggiare per le strade di Atene, conversando con Critone, Platone e tutti gli altri miei amici.

A sentire queste parole, sembrerebbe che noi passiamo il tempo nella chiacchiera e nell’ozio, ma non è così. Discutiamo di cose importanti, e chi sta con me, nel tempo, compie progressi meravigliosi, pure se da me nulla ha appreso.”

“Ti capisco, Socrate, quando sottolinei l’importanza del dialogo per la crescita delle persone. E capisco l’importanza di ciò che fai insieme ai tuoi discepoli. Ma facciamo un passo indietro, se sei d’accordo: se ho bene inteso, Santippe non è molto contenta di come trascorri le tue giornate…”

“Esattamente. E ahimè, lei su questo ha ragione. E, per amor di verità, un’altra cosa devo dire, e cioè che quanto più sono loquace con i miei amici, tanto più mi rinchiudo nel silenzio quando torno a casa. Non so perché sia così, ma così mi comporto.”

“Come ti senti quando sei a casa e ti metti in silenzio?”

“È come se mi rifugiassi in una caverna. Spesso sono stanco. Spesso non ho voglia di parlare con Santippe, di ascoltare le sue lamentele. Spesso appena rientro vorrei subito uscire e tornare da Critone e dagli altri, però…”

“…”

“Però… però… a pensarci bene, io capisco che sbaglio a comportarmi in questo modo, perché… lei non lo merita, assolutamente.

Lei è la madre dei miei figli, lei bada alla casa, lei mi fa da mangiare e spesso la moneta con cui la ricompenso ha come nome indifferenza.

E in fin dei conti, comportarsi così è degno di questo Socrate?”

“Dimmelo tu, Socrate, se il tuo comportamento è in linea con te stesso e con i tuoi valori…”

“Qui si apre una questione assai curiosa: nessuno, nella polis, potrebbe mai avere a ridire della mia condotta. Il Bene, la Verità e le Leggi sono i punti di riferimento di ogni mia scelta. La mia etica dice che chi commette il male lo fa solo per ignoranza di cosa è il bene, ed è per questo che ciascuno di noi deve compiere incessantemente un esame di sé, affinché conosca sempre meglio sé stesso e sempre meglio sappia come comportarsi nella vita.
Quindi…”

“Dimmi…”

“Quindi ti sto per dire qualcosa che non avevo mai detto e a cui forse non avevo mai pensato!”

“Lascia andare serenamente i tuoi pensieri, Socrate…”

“Mi sono sempre ingannato pensando che quello che facevo e dicevo nella vita pubblica fosse più importante di quello che non facevo e non dicevo in famiglia. Perché – te lo confesso – in casa sono spesso annoiato e privo di stimoli. Ma la vita è fatta anche di doveri, e il matrimonio è uno di essi.
L’uomo saggio dovrebbe saper adeguare il suo comportamento anche nelle situazioni meno piacevoli.

Per Zeus, oggi ho scoperto che Socrate non si comporta sempre bene come era solito pensare. E, sicuramente, questo pensiero ho sempre cercato di allontanare da me, come farebbe uno sciocco.
Il conosci te stesso dell’oracolo di Delfi ancora una volta trova una riprova nella realtà!”

“Sono felice che oggi abbiamo fatto un piccolo balzo in avanti nella consapevolezza!”

“Dici bene, amico! Anche se un giorno tu mi dovrai spiegare come hai fatto a rivolgere verso Socrate lo stesso metodo maieutico che io uso ogni giorno con le persone che incontro…
Ma ti dirò: dopo aver parlato di questo con te mi sento più leggero. Grazie!”

“Diamo merito al metodo del coaching, e sono io che ringrazio te poiché hai voluto condividere con me una questione così importante.
Se lo vorrai, ci potremo rivedere per continuare a discutere di tutto questo.”

“Ti risponderei di sì, coach, ma ho come l’impressione che sia difficile darsi un appuntamento nei sogni.”

 

ATENE – 416 a.C.

alba su Atene

“Socrate, Socrate, svegliati! È giorno pieno ormai!”

“Critone, amico mio, la mia testa è così confusa, quanto vino ho libato al dio Eros nel banchetto di Agatone?”

“La compagnia era magnifica e il vino scorreva generoso…

“Ancora una volta Dioniso ha liberato i nostri sensi, e cagionato strani sogni…”

“Sognasti ancora di conversare con le Leggi? Amico, forse dovresti concentrarti su cose più amene!”

“No, Critone, questa volta ho sognato cose diverse. Un giorno, forse, te ne racconterò.”

“Comunque sia, il nostro ospite Agatone ti ha fatto preparare un bagno. Ti riprenderai in fretta, vedrai!”

“Ringrazia Agatone per il gentile pensiero, ma io devo andare a casa.”

“Da Santippe!?”

“Sì, da Santippe. Mi sembra la cosa giusta da fare.

In fondo, devo dire grazie al mio matrimonio: se avessi trovato una buona moglie, sarei stato più felice, avendo trovato Santippe, sono divenuto più filosofo!”

 

Bibliografia
Abbagnano N., Fornero G., Filosofi e filosofie nella storia vol. 1, Paravia, Torino, 1992.
Cesati Cassin M., Non siamo qui per caso, Sperling & Kupfer, Milano, 2012.
De Crescenzo L., Storia della Filosofia greca da Socrate in poi, Mondadori, Milano, 1986.
Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, Laterza, Bari, 1976.
Gray J., Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere, Sonzogno, Milano, 2005.
Pannitti A., Rossi F., L’essenza del coaching, Franco Angeli, Milano, 2012.

Filmografia
D’Errico C., Processo e morte di Socrate, Italia, 1939.
Lucisano A., Socrate e la nuvola rosa, Italia, 2008.
Rossellini R., Socrate, Italia, 1971.

Bologna, , maieutica, socrate

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